L'esperienza di Rondine Cittadella della Pace si confronta con il panorama letterario internazionale

 

Giovedì 27 giugno Rondine Cittadella della Pace è stata protagonista nell’ottava serata diLetterature Festival Internazionale di Roma. A tavola con il nemico, questo il tema della serata che ha raccontato  la storia dello studentato internazionale nato in Toscana, vicino Arezzo, Rondine Cittadella della Pace, dove ragazzi provenienti da paesi in conflitto tra loro studiano e vivono insieme con la speranza di diventare leader di pace di domani. Il sogno che diventa realtà concreta di come si possano superare i conflitti attraverso la conoscenza dell'altro e la convivenza con il nemico ha conquistato il pubblico romano nella suggestiva cornice della Basilica di Massenzio, attraverso le testimonianze di tre studentesse di Rondine e i testi inediti di scrittori di calibro internazionale che si sono ispirati a questo tema. Suha, palestinese, Manuella kosovara ed Elmira, azzera, hanno raccontato le loro storie e come le storie di tanti nemici che si incontrano allo Studentato internazionale. La loro scelta di affrontare il conflitto, di confrontarsi con l’altro per costruire nuovi percorsi di pace attraverso il dialogo. “Ho avuto sempre un sogno grande – con queste parole Suha ha aperto la serata – quello di un mondo senza confini ,stereotipi pregiudizi .Un mondo che valorizzasse la diversità e le religioni diverse, ho scoperto che questo mondo esiste signori. Si chiama Rondine". Suha quindi ha raccontato come a Rondine la diversità sia un valore importantissimo: “Pur provenendo da culture, religioni, etnie e valori sociali molto differenti; sappiamo di avere tantissimo in comune in quanto esseri umani – a partire dall’esperienza della guerra che abbiamo condiviso e dalla volontà di rendere il  modo un posto migliore”. Attraverso il racconto di Manuella è emerso come la ricchezza di Rondine diventi un messaggio da trasmettere al mondo: “Il nostro percorso con Rondine non finisce, questo periodo è solo una fase di preparazione per poi essere pronti a trasmettere il messaggio di pace, convivenza e dialogo, per tutta la nostra vita, attraverso i diversi progetti, le nostre attività, il nostro lavoro”. "Il libro di Rondine racconta una lunga storia delle vite, dei dolori, della gioia, un libro che trasmette tutte le emozioni che portano al miglioramento e alla crescita- ha detto Elmira – Se ognuno di noi impara a superare il si può davvero costruire un mondo di pace.  Questo è il mondo che abbiamo scelto, questo è il mondo che insieme proviamo a costruire”.

Il tema del conflitto è stato quindi declinato degli autori del Festival di Massenzio che attraverso i loro inediti ne hanno rappresentato diverse espressioni:  KO UN, il maggiore poeta coreano vivente, due volte candidato al Nobel, ha letto nella sua lingua madre l’inedito Nei miei sogni, la Poesia esprimendo attraverso un’interpretazione fortemente gestuale la forza della parola al di là delle differenze linguistiche; MAREK HALTER, autore polacco di religione e origine ebraica, molto attivo in Francia per le grandi cause sociali e politiche e soprattutto per la pace in Medio Oriente, ha esposto in esclusiva al pubblico del festival il suo testo inedito dal titolo Fallo! Un’esperienza forte che mostra come il conflitto si superi a partire dall’ascolto dell’altro.ANDREA BAJANI, scrittore di romanzi, reportage e pièce teatrali, ha scritto per Massenzio un testo inedito dal titolo La macchina del perdono ; un’interpretazione che presenta l’incapacità di perdonare come un nemico che vive dentro di noi e inficia la nostra capacità di azione. La serata è stata accompagnata dalla musica alternative della Bim Orchestra. Il Festival è stato realizzato dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale. Ideazione e direzione artistica MARIA IDA GAETA, direttrice della Casa delle Letterature di Roma, regia di FABRIZIO ARCURI, organizzazione e produzione Zètema Progetto Cultura.