Dopo la missione umanitaria in Ucraina

A RONDINE I GIRASOLI DI SAMBIR

Alla Cittadella della Pace  la piantumazione dei semi donati al sindaco Ghinelli dal primo cittadino della città ucraina.

 

Purtroppo la guerra in Ucraina continua a uccidere, distruggere e rendere sempre più precaria la stabilità e l’idea stessa dell’Europa. E’ desiderio di tutti che si giunga il più presto possibile alla fine di questo conflitto, dalle conseguenze umanitarie drammatiche delle quali abbiamo avuto diretta esperienza nel nostro viaggio al confine con l’Ucraina. Oggi simbolicamente diamo voce al messaggio di pace di quella città piantando, nel luogo che più di ogni altro rifiuta ogni forma di conflitto, la terra ucraina e i semi di girasole che ci sono stati donati dal sindaco di Sambir. Arezzo continuerà ad offrire accoglienza e sostegno ai profughi, pronta come sempre a fare rete solidale tra tutte le sue realtà. E desidero ancora una volta ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la nostra missione”.

E’ quanto dichiarato questa mattina dal sindaco Alessandro Ghinelli a Rondine, dove insieme al rettore del magistrato di Misericordia di Arezzo, Ugo Bonelli, ha consegnato al presidente di Rondine Franco Vaccari e ai giovani della Cittadella della Pace, la terra ucraina e i semi di girasole, che sono stati piantati nell’orto di Rondine, che si affaccia sull’Arno, nel corso di una breve ma significativa cerimonia. La terra e i semi erano stati donati dal sindaco di Sambir Juri Hamar in terra ucraina al sindaco Ghinelli e al rettore del magistrato di Misericordia Ugo Bonelli al momento della consegna dell’ambulanza e dell’importante carico di medicinali e presidi medico chirurgici destinati all’ospedale di quella città. Angelina e Viktoria, studentesse russe di Rondine insieme a Heorhiy, giovane ucraino residente ad Arezzo, hanno piantato simbolicamente insieme i semi di girasole rendendo più significativo questo momento.

Con piacere oggi possiamo dire “missione compiuta” – afferma Ugo Bonelli, Rettore della Misericordia di Arezzo. – La cerimonia di stamani, che ha visto quali protagonisti i giovani di due paesi, purtroppo in conflitto tra di loro, a Rondine, nota in tutto il mondo come la Cittadella della Pace, è motivo di soddisfazione e di orgoglio per tutte le Istituzioni e le Associazioni che hanno partecipato alla missione conclusasi il 25 aprile scorso, che ha consentito di portare un consistente carico di aiuti umanitari e un ambulanza all’ospedale di Sambir. Tali aiuti, voglio ricordare, sono stati il frutto della generosità e della solidarietà degli aretini, che attraverso la rete del meraviglioso mondo dell’associazionismo hanno permesso di dare un contributo a sostegno di chi, in questo momento, vive in una situazione di forte disagio”.

Rondine è un luogo di formazione, di ospitalità e accoglienza” – dichiara Franco Vaccari, presidente di Rondine. – Siamo onorati e lieti di poter piantare qui a Rondine questi semi che racchiudono la potenza del simbolo di pace, e dell’impegno civico della città di Arezzo che ha mostrato la propria vicinanza alle popolazioni che stanno subendo le drammatiche conseguenze della guerra. Come simbolo di pace servono a congiungere, a legare, a soddisfare il bisogno di sentirsi parte di un’unica realtà di relazione diventando in questo modo un segnale di riconoscimento e di fratellanza. Rondine è anche uno spazio dove si coltiva la relazione affinchè si possano prevenire i conflitti armati ma anche riparare le ferite che separano i popoli in guerra. Un terreno dove prendersi cura delle relazioni affinché giovani semi possano crescere e divenire piante radiose: dobbiamo valorizzare questi giovani che non vogliono più essere “nemici”, che da una parte e dall’altra si richiamano e si dicono nei modi più incredibili che non vogliono essere separati“.