Rondine si fonda sulle esperienze delle persone che hanno vissuto e vivono nella Cittadella della Pace.
I loro passi concreti sulla strada del dialogo e della pace.
Le voci di Rondine.
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“Mi posso fidare”
Dove: Rondine Cittadella della Pace
Quando: 1998
Chi: Ilias, studente ceceno, e Franco Vaccari, presidente di Rondine
“Presidente, posso dirle una cosa? Ho capito che posso fidarmi!”
“Caspita! C’è voluto un anno per capirlo?”
“Sì. Credevo che prima o poi mi avreste presentato il conto, che mi avreste chiesto di abbandonare l’Islam per diventare cristiano. Ma adesso ho capito: quel conto non me lo presenterete mai.”
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La lavatrice
Dove: Rondine Cittadella della Pace
Quando: 1999
Chi: I primi studenti ceceni e Franco Vaccari, presidente di Rondine
“Presidente, ce ne vogliamo andare”
“Perché?”
“Non vogliamo più utilizzare la stessa lavatrice che usano i ragazzi russi, lavare i nostri vestiti nella loro acqua sporca”.
“Dopo un anno di convivenza e tutte le belle dichiarazioni sulla pace, volete buttare tutto per una lavatrice?”
“Sì. O ci procurate un’altra lavatrice o ce ne andiamo”.
“Allora andatevene. Rondine non è fatta per i proclami ai microfoni. È fatta per giovani disposti a lavare i propri panni nell’acqua sporca dei loro nemici”.
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Bandiere per pregare, non da bruciare
Dove: Rondine Cittadella della Pace
Quando: 2012
Chi: Rabee, studente palestinese
Quel giorno, nello Studentato, la tensione era molto alta: nuovi bombardamenti colpivano la Striscia di Gaza, enclave palestinese stretta tra il confine israeliano e il Mediterraneo.
Calata la sera, io, il mio compagno israeliano Yoav e altri ragazzi provenienti dal Medio Oriente ci siamo ritrovati davanti alle bandiere che accolgono chi arriva alla Cittadella della Pace, in rappresentanza dei Paesi di provenienza degli studenti di Rondine. Abbiamo acceso delle candele e abbiamo pregato in silenzio, ognuno secondo la propria religione. Per la vita dei nostri cari.
Poi abbiamo iniziato a parlare del nostro conflitto, abbiamo continuato fino a tarda notte. Così è cominciato il dialogo.
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La pace non è assenza di conflitto
Dove: Rondine Cittadella della Pace
Quando: 2016
Chi: Ulwiia, studentessa azera
Stavo tornando a Rondine dall’università, quando ricevetti un messaggio audio da mio fratello. Sentivo male, ricordo solo queste parole: ”Chiama la mamma più spesso, noi siamo già partiti per il fronte”. Non ricordo come ho fatto ad arrivare da Firenze a Rondine.
Mentre salivo la strada che porta alla Cittadella della Pace, mi sono tornate in mente le parole che mia madre mi ripeteva sempre quando ero piccola: “Se non ci fossero questi armeni, la nostra vita sarebbe migliore”. Camminavo e intanto ripetevo tra me e me: “Se non ci fossero questi armeni…”
In cima alla salita, ho incontrato un altro studente di Rondine, armeno. Non ci siamo salutati. Ci fissavamo negli occhi. Nei suoi, ho rivisto la stessa paura, la stessa rabbia, lo stesso odio che sentivo nel mio cuore. Anche suo fratello era al confine, in guerra.
In quel momento ho capito cos’è per me la pace: io che mi preoccupo per il fratello del mio nemico, per sua madre e per i suoi cari che piangono dall’altra parte del conflitto. Come i miei.
Quell’abbraccio senza incolpare nessuno.