Rondine e i suoi studenti internazionali continuano a rilanciare la campagna attraverso una serie di articoli di opinione su educazione alla pace e Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Leaders for Peace Voices”.

Il sesto articolo della serie è a cura di Ilia Liapin, un ricercatore russo esperto di Europa orientale ed Eurasia, con esperienza in progetti di sviluppo e società civile per ONG internazionali. Dal 2022 al 2024 è stato studente World House a Rondine, contribuendo alla campagna Leaders for Peace e sostenendo i diritti dei rifugiati. Nel suo articolo, in occasione della Giornata Internazionale del Multilateralismo e della Diplomazia per la Pace, Ilia analizza il declino del multilateralismo in un mondo sempre più frammentato. Denuncia la normalizzazione della retorica della guerra e l’indebolimento delle istituzioni globali. Invita infine a investire nella diplomazia e a sostenere una nuova generazione di leader per la pace.

 

“Giuristi eruditi sostengono con diligenza che non vi sia contraddizione tra l’invocare la pace universale tra le nazioni e l’incitare alla guerra per la conquista di terre straniere.”

– Lev Tolstoj

 

Il 24 aprile celebriamo la Giornata Internazionale del Multilateralismo e della Diplomazia per la Pace — un richiamo alla nostra responsabilità condivisa nel risolvere i conflitti attraverso il dialogo, la cooperazione e l’azione collettiva.
Eppure, nonostante si parli di pace più che mai, stiamo vivendo uno dei periodi più instabili delle ultime decadi. Nuove guerre stanno esplodendo, mentre conflitti di lunga data si intensificano, con conseguenze umane devastanti.
Il sistema di sicurezza collettiva si sta sgretolando. I trattati internazionali si indeboliscono. La cooperazione globale, un tempo garantita da istituzioni come le Nazioni Unite, è sempre più sostituita da accordi segreti e alleanze fondate sul potere. Il mondo si sta fratturando in blocchi rivali, sempre più aggressivi nella difesa di interessi ristretti e sempre meno impegnati nella ricerca di soluzioni comuni.
Contemporaneamente, alcuni paesi impiegano pressioni economiche, culturali e militari per imporre la propria volontà. Altri aumentano la produzione di armamenti e si ritirano dai sistemi economici globali — minando così le basi della cooperazione internazionale. In Europa, assistiamo al più massiccio riarmo dalla Seconda Guerra Mondiale.
Il discorso pubblico è saturo di termini come “guerra economica”, “guerra commerciale”, “guerra culturale” e altro ancora. Questa normalizzazione della retorica conflittuale approfondisce le divisioni e alimenta l’ostilità. Se il XX secolo ci ha insegnato qualcosa, è che quando le guerre commerciali si intensificano, spesso finiscono per sfociare in guerre reali.
Abbandonare il multilateralismo in favore dell’unilateralismo non è solo un cambiamento politico: è un’illusione pericolosa. Rinunciando alle soluzioni collettive, rischiamo di realizzare una profezia di conflitti inevitabili.
Ma tutto questo lo abbiamo già vissuto. I valori della diplomazia e del multilateralismo sono nati da sacrifici inimmaginabili — in particolare dopo due guerre mondiali. Non erano ideali astratti, ma strumenti concreti di pace, costruiti da generazioni determinate a non ripetere gli errori della storia.
Oggi dobbiamo invertire la rotta e sciogliere questo nodo gordiano sostenendo una nuova generazione di leader — giovani voci capaci di restaurare il dialogo, ricostruire la fiducia e portare nuova energia alla causa della pace.
La campagna Leaders for Peace è esattamente il tipo di iniziativa di cui il mondo ha bisogno in questo momento. Dobbiamo esortare i nostri governi a investire nella pace e nell’educazione alla pace, schierandoci con chi promuove la diplomazia — non la divisione.

Investiamo nella pace. Diamo forza alle voci che possono renderla reale.

 

Ilia Liapin
Ilia Liapin è un ricercatore qualitativo e quantitativo di origine russa, specializzato in affari dell’Europa orientale e dell’Eurasia. Ha collaborato con ONG internazionali su progetti legati alla società civile e allo sviluppo in diverse regioni. Il suo lavoro include anche analisi politiche, scrittura giornalistica su temi politici ed economici e diritti umani. Dal 2022 al 2024 è stato World House Fellow a Rondine, dove ha contribuito alla campagna Leaders for Peace e lanciato una piattaforma di supporto legale per rifugiati.