La classe del Quarto Anno Rondine ha incontrato l’imprenditore visionario e pioniere dell’innovazione Fabrizio Bernini insieme allo scrittore Filippo Boni. N’è emersa una lezione di vita profonda e autentica che diventa testimonianza di speranza e incoraggia i giovani a credere nella forza dei propri sogni.

È una lezione di vita ma anche di sogni realizzati, quella a cui hanno partecipato gli studenti e le studentesse del Quarto Anno Rondine per la presentazione del volume Qualsiasi cosa accada, Fabrizio Bernini. Il sogno di un imprenditore visionario. La storia della sua famiglia, il potere di una promessa, edito da Aska Edizioni.

Affidato alla penna dello scrittore valdarnese Filippo Boni, il libro narra uno spaccato dell’esistenza del pioniere dell’innovazione Fabrizio Bernini, fondatore e attuale Presidente di Zucchetti Centro Sistemi, Cavaliere del Lavoro, imprenditore di successo che, soprattutto in età giovanile, ha dovuto fare i conti con tante difficoltà.

La sua è una storia che porta a riflettere sulle sofferenze che la vita a volte ci presenta, ma anche e soprattutto sulla capacità di reagire, accogliendo il dolore, cambiando prospettiva, costruendo la propria forza, cercando sostegno nella comunità e nel territorio di appartenenza, per giungere infine a realizzare i propri sogni.

«Ho voluto trasmettere ai ragazzi positività, coraggio e, soprattutto, l’importanza di continuare a credere nei propri sogni anche a dispetto delle vicissitudini – spiega Bernini –. Non importa la condizione di nascita o crescita, ci vogliono volontà e passione: il libro vuole essere storia di speranza, per spingere soprattutto i giovani a non rinunciare mai ai propri sogni».

Grazie a una narrazione profonda e alla ricostruzione storica di Filippo Boni, che ha curato la biografia, il libro è un viaggio nella memoria familiare e personale del patron di Zucchetti Centro Sistemi: le afflizioni in tenera età, la forza d’animo, la voglia di coltivare la passione per l’elettronica, il successo dopo i fallimenti.

Ne scaturisce un racconto autentico e coinvolgente che affonda le sue radici nell’infanzia e nell’adolescenza difficili di Fabrizio: la madre Ada, nata povera di amore, che nonostante la sua solitudine primordiale, riuscirà bene o male a trovare un suo posto nel mondo; l’alcolismo del padre Alvaro che conduce il giovane Fabrizio alla solitudine, ma che a sua volta lo avvicina al mondo della tecnologia. E ancora, l’orlo del fallimento, quando, pieno di debiti, il giovane imprenditore trova il sostegno nella comunità in cui vive: «Quand’anche avessi perso tutto, in paese mi conoscevano e avevo buoni rapporti con tutti: qualcosa da fare per ricominciare l’avrei trovata».

L’incontro scorre percorrendo il fiume di eventi che trasportano, piano piano, attraverso la determinazione, la tenacia, l’impegno e la passione di un uomo, che: «All’apice del successo – racconta Filippo Boni ai giovani – insignito dell’importante riconoscimento di Cavaliere del Lavoro dal Presidente Sergio Mattarella, non ha tentennato neanche di fronte alla ricca offerta di una multinazionale e lui ha deciso di dire no al denaro per rimanere vicino ai dipendenti e alle loro famiglie, assicurandone le prospettive di benessere».

Che i dipendenti rappresentino un elemento strategico per il successo aziendale è ben evidente: “Il capitale umano è la virtù più sacra che possa avere un’azienda. Ogni imprenditore ha una grande responsabilità sociale, oltre a quella economica: non privare mai del rispetto e della dignità un proprio dipendente, un altro essere umano”, si legge nel libro.

Alla studentessa che chiede perché oggi i ragazzi sognano di meno, Fabrizio Bernini risponde con un sonoro: «Imparate a privarvi delle cose per fare spazio all’immaginazione e alla creatività. E poi siate curiosi, perché la curiosità ci attira verso l’incertezza, aprendoci a nuove informazioni ed esperienze, e quindi a nuovi sviluppi», e racconta di aver costituito all’interno dell’azienda il Laboratorio della Follia, composto da giovani ingegneri e creativi, che stanno provando a realizzare soluzioni folli, azzardate, fuori dagli schemi in materia di Intelligenza Artificiale, coniugando le nuove tecnologie al concetto di sostenibilità, resilienza e capitale umano.

E allo studente che domanda come sia stato leggere la propria storia intima familiare nelle pagine del libro, Bernini replica che l’autobiografia è anche un percorso di riscatto verso i propri genitori e che ha la sua prefazione nelle parole della madre: “Fabrizio, un giorno se potrai, racconta al mondo che chiunque ha il dovere di coltivare un sogno. Soprattutto chi non ha nulla e chi viene dal nulla, come noi. E deve essere pronto a tutto per non abbandonarlo, per custodirlo e per difenderlo, quel sogno. Racconta al mondo di noi. Del nostro amore conquistato. Solo così la nostra vita può avere avuto un senso. Lasciando un seme. Seminando un esempio. In fondo è una speranza per tutti. Qualunque cosa accada. La tua mamma”.

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Fabrizio Bernini (1957) Imprenditore, nel 1985 fonda la software house Centro Sistemi Srl e ne guida personalmente lo sviluppo fino alla odierna, innovativa e multi-divisionale (software, healthcare, automation, robotics, green innovation) Zucchetti Centro Sistemi SpA (ZCS) di cui è Presidente e Legale Rappresentante. Sostenitore della cultura dell’innovazione, pioniere dei processi di digitalizzazione per le imprese e il settore sanità, della telemedicina, dei sistemi di automazione e tracciabilità, di sostenibilità ambientale, inventore di prodotti rivoluzionari come “Ambrogio” (il robot rasaerba) e “Nemo” (il robot pulisci-piscine), ha lanciato “Azzurro” la linea di inverter fotovoltaici e soluzioni per accumulo di energia, oggi leader di mercato. Tra i tanti premi nazionali e internazionali ricevuti nell’ambito dell’innovazione, il Premio dei Premi per l’Innovazione (2010 e 2014). Nel 2017 è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Mattarella. Oggi è anche Presidente di Confindustria Toscana Sud e Vicepresidente della Banca del Valdarno Credito Cooperativo.

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Filippo Boni (1980) si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze con una tesi sui massacri nazisti in Toscana. Studioso e ricercatore del Novecento e degli anni di piombo, giornalista, ha pubblicato svariati saggi sulla Resistenza sull’età contemporanea tra cui Gli eroi di via Fani (2018, Fiorino d’oro al Premio Firenze-Europa, Longanesi), L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia (2019, nella cinquina finale dei Premi Acqui Storia e Fiuggi Storia, Longanesi) e Muoio per te (2021, Finalista al Premio Robinson – La Repubblica, Longanesi). I suoi libri sono stati oggetto di trasposizioni teatrali, film-documentari e tema d’esame negli istituti scolastici. Filippo sviluppa costantemente iniziative culturali e segue progetti didattici per la conservazione della memoria insieme a centri di documentazione, enti pubblici, università, scuole e associazioni. Nel 2018 ha ricevuto il Pegaso d’argento della Regione Toscana.