Un luogo di memoria viva, incontro e scelta
L’Arena di Janine è uno spazio naturale e simbolico dedicato all’incontro dei giovani di tutto il mondo. Prende il nome da Janine, giovane ebrea deportata ad Auschwitz con Liliana Segre e uccisa per un dito sanguinante.
Il suo ricordo, custodito da Liliana come monito contro l’indifferenza, ha ispirato la nascita di questo spazio.
Il 9 ottobre 2020, Liliana Segre ha affidato a Rondine la sua ultima testimonianza pubblica, lasciando alla Cittadella un’eredità morale profonda. L’Arena nasce così: segno visibile e duraturo di quell’incontro e di quella memoria.
All’ingresso dell’Arena, sono scolpite le parole di Liliana:
“Ho scelto la vita e sono diventata libera.”
Una frase che racconta la scelta radicale di non vendicarsi, di non raccogliere l’arma lasciata dal suo aguzzino. È il simbolo di una libertà più profonda: quella che nasce dal rifiuto dell’odio, dalla forza del perdono, dalla dignità di chi sceglie la vita.
Un invito a non restare indifferenti
L’Arena è una soglia da attraversare: un invito a riconoscere che nessuna ingiustizia subita giustifica altra violenza. È un luogo che ci ricorda che ogni relazione porta con sé la responsabilità del rispetto, e che l’indifferenza è il primo passo verso la disumanizzazione.
Memoria, impegno, festa
L’Arena è anche uno spazio per la festa, una delle cinque parole chiave del metodo Rondine. La festa come rito di passaggio, occasione di incontro, gesto di speranza consapevole. Non stordimento, ma scelta. Non alienazione, ma relazione autentica.
