Un incontro intimo e pieno di significato quello che si è svolto a Rondine, tra gli studenti, il presidente Franco Vaccari e S.E.R. Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana, accompagnato dal Vescovo di Arezzo Mons. Andrea Migliavacca.
“Questi sono gli studenti di Rondine, qui si fa impatto a partire dalla relazione. Perché è solo quando cambi e cresci dentro una relazione che puoi cambiare il resto, come possiamo vedere dall’esperienza, in particolare, della prima edizione del progetto Mediterraneo Frontiera di Pace”. Così Franco Vaccari – Presidente di Rondine Cittadella della Pace – dà avvio all’incontro con la visione del documentario della prima edizione del progetto dell’Opera Segno della CEI “Mediterraneo Frontiera di Pace, Educazione e Riconciliazione” .
“Io penso che siano importanti i sogni, avete in mente un sogno per il vostro futuro?” con questa riflessione Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli si rivolge agli studenti. Dunja, studentessa della World House, dice “Per me non è molto realistico al momento parlare di sogni, viviamo in un mondo un po’ turbolento, voglio focalizzarmi su cose più realistiche e Rondine mi da questa opportunità”. Parole che trovano sempre più fondamento nel periodo complesso in cui ci troviamo, dove scontri e conflitti armati sono all’ordine del giorno e così, per molti, sembra più difficoltoso sognare. “Dove vi sono i sogni giusti questi si possono realizzare, le guerre sono incubi” così Monsignor Redaelli incoraggia al futuro senza perdere di vista gli obiettivi che si vogliono raggiungere e per i quali gli stessi studenti del progetto Mediterraneo frontiera di pace stanno lavorando, anche grazie alla costruzione di iniziative di impatto sociale, che riporteranno nei propri paesi al termine del percorso a Rondine. Progetti che riguardano tematiche come l’inclusione, la coesione sociale, la leadership giovanile fino all’aiuto concreto all’emergenza post terremoto in Turchia.
Allo stesso modo Caritas si impegna da sempre nell’essere una figura presente e attiva nei vari territori in cui agisce, consapevole che le differenze non devono dividere ma unire “Io sono cristiano tu sei musulmano, però siamo tutti uomini, siamo fratelli” sottolinea Mons. Redaelli nel rispondere a Firas, giovane tunisino partecipante al progetto Mediterraneo Frontiera di Pace, Educazione e Riconciliazione, che chiede come Caritas agisca nei territori del Nord Africa. Continua Mons. Redaelli: “L’idea di Caritas non è semplicemente dare qualcosa ma far crescere le persone, quando fai una cosa bella sei più contento per l’altro che per te stesso”.
Il progetto Mediterraneo frontiera di pace, educazione e riconciliazione è realizzato grazie ai fondi provenienti dall’otto per mille destinato alla Chiesa Cattolica