A conclusione del progetto curato dalla Fondazione don Lorenzo Milani, in scena la piece "L'obbedienza non è sempre una virtù" di Amina Kovacevich

 

E’ giunto alle fasi finali il progetto “Il teatro insegna don Milani”, curato dalla Fondazione Don Lorenzo Milani che ha coinvolto, per l’anno scolastico 2015-16, sei istituti aretini: IV Novembre, Piero della Francesca, IV Anno Liceale di eccellenza di Rondine, Liceo Scientifico Redi, Liceo Musicale Petrarca, IISS Colonna e quattro associazioni teatrali. L’iniziativa ha il sostegno economico, su bando, del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il patrocinio dell'assessorato alle Politiche Sociali, Famiglia, Scuola, Politiche Giovanili e Sport del Comune di Arezzo.

Nei prossimi giorni, dal 17 al 19 febbraio, andranno in scena i lavori curati dagli studenti durante il progetto. Venerdì 19 febbraio sarà proprio la volta delle Rondinelle, gli studenti del Quarto Anno Liceale di Rondine che apriranno il sipario del Bicchieraia di Arezzo con la piece ideata da Amina Kovacevich e la preziosa partecipazione di Mila Arbia e Noam Pupko dal titolo "L'obbedienza non è sempre una virtù"

Lo spettacolo è il risultato di un laboratorio sulla figura di Don Milani, all’interno del Percorso Ulisse. Una creazione originale sulle tematiche dell’obiezione di coscienza con elementi narrativi tratti dai documenti delle vicende giudiziarie di don Milani, seguite dalla sua nobile lettera contro la guerra e in difesa degli obiettori, del 1965. La “lettera ai Giudici” come un documento sociale tra i più nobili e coraggiosi scritti negli anni ‘60.

 

 “Il progetto – ha spiegato Paolo Bussagli coordinatore dei laboratori, mentre la direzione complessiva è stata di Sandra Gesualdi – ha mirato a rileggere don Milani in modo attuale e come stimolo continuo a riflettere, approfondire e progredire lungo la strada da lui tracciata. Da sempre come Fondazione partiamo dalle parole di don Milani. In particolare a formare e informare su cittadinanza attiva e partecipata contro le discriminazioni, attraverso l’approfondimento dei suoi testi e di quelli della sua scuola, utilizzando il teatro quale strumento. Si è cercato di far cogliere ai giovani il messaggio del priore di Barbiana con attenzione all’idea di scuola non come ‘un ospedale che cura i sani e respinge i malati creando differenze a volte irrimediabili’, ma quale istituzione volta ad abbattere le vecchie e le nuove barriere delle discriminazioni insite nel sistema sociale, per puntare sull’inclusione e la partecipazione attiva di ogni ragazza e ragazzo e favorire in loro l'acquisizione del significato profondo dell’essere cittadini, attivi, partecipi e responsabili. Il teatro, con le sue tecniche, è stato indubbiamente un metodo potentissimo e coinvolgente per andare oltre l’apprendimento meramente nozionistico, riuscendo così a trasformare quei valori in corpo, voce, emozione e condivisione collettiva”.

Nel corso del progetto i ragazzi hanno visitato la scuola di Barbiana, gestita dai volontari della Fondazione Don Lorenzo Milani e hanno incontrato gli allievi di quell’esperienza come il presidente Michele Gesualdi, Agostino Burberi e Giancarlo Carotti.

Il 26 febbraio, al Teatro Comunale di Bucine, il progetto si conclude con l'anteprima nazionale dello spettacolo Pippo di Dio, una drammaturgia complessa su ansie e debolezze dell’uomo moderno, scritto da Paolo Bussagli a partire da una traccia inedita di don Milani con Carolina Gentili, Amina Kovacevich, Silvia Martini e Barbara Petrucci. Poche pagine del 1948 appartenenti ai primi anni dell'opera di don Lorenzo che va certamente ad arricchire l’interesse e la ricerca su una delle più importanti figure del Novecento.