Un momento di incontro e condivisione tra culture diverse, sentito e partecipato, quello che si è celebrato venerdì sera al borgo di Rondine: la Pasqua interreligiosa. Una festa importante, vissuta e illustrata sotto la lente di tre paesi e culti diversi: la Pasqua ebraica per due giovani di Israele, mentre una studentessa osseta e una russa hanno festeggiato quella ortodossa; infine, una giovane kosovara ha raccontato la Pasqua cattolica nel suo paese.
Tre racconti, tre testimonianze di culti differenti, che a Rondine convivono nel dialogo e nella tolleranza. La Pasqua ebraica, nota come Pesach, ripercorre una tradizione antica che ha origine dall’Antico Testamento.
Gli studenti hanno il ricordo della liberazione dalla schiavitù di Egitto e il significato di cosa viene mangiato: pane azimo, erbe amare, agnello e haroset. Ai presenti i giovani hanno anche fatto leggere un libretto, “Haggadah”, che significa racconto.
La Pasqua ortodossa viene vissuta come una festa ricca di colore: la studentessa russa e quella osseta hanno condiviso con i presenti dolci tipici, uova colorate e stemmi realizzati con foglie di cipolla rossa.
Infine, è stata illustrata anche la Pasqua cattolica, così come viene vissuta in Kosovo.
Per l’occasione è stato anche inaugurato “Vita di Rondine”: due piccole stanze dove ogni studente porta piccoli oggetti, foto, vestiti del proprio paese di provenienza, come a creare un mosaico di culture e popoli, da toccare con mano. Caterina Roti