Rondine e i suoi giovani internazionali continuano a rilanciare la campagna e il suo messaggio attraverso una serie di articoli d’opinione che riflettono sull’educazione alla pace e sugli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Leaders for Peace Voices.”

Questo è il terzo capitolo della serie, che ospita il contributo di Karen Lee Pacheco Morelo, una giovane attivista e internazionalista colombiana. Nel suo articolo, Karen riflette sul ruolo dei giovani come motore di cambiamento e sulla necessità di vivere i diritti umani come fondamento per costruire una pace duratura.

  

In questa giornata, 76 anni fa, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo documento ha segnato una svolta, riconoscendo i diritti inalienabili di ogni persona, indipendentemente da etnia, religione, lingua, genere, opinioni politiche, nazionalità, condizione economica o qualsiasi altra condizione.

Tuttavia, più di sette decenni dopo, il mondo continua a essere teatro di conflitti armati che mettono in discussione la piena realizzazione di questi diritti. Assistiamo ancora a guerre e conflitti giustificati proprio dalle condizioni che avevamo concordato non dovessero dividerci: razza, religione, lingua o genere.

È vero che la comunità internazionale si trova ad affrontare realtà complesse e numerose sfide, spesso influenzate da strutture statali e multilaterali eccessivamente burocratiche. In questo contesto, raggiungere il pieno godimento dei diritti umani in tutto il mondo può sembrare utopico. Tuttavia, da una prospettiva sociale, ci sono ancora motivi per sperare.

Da quando ho iniziato il mio percorso come attivista, ho avuto il privilegio di lavorare con la mia comunità—la comunità afrodiscendente in Colombia—documentando le nostre lotte e i nostri sogni. Questa esperienza ha rafforzato la mia convinzione nel potere dei giovani di resistere e guidare il cambiamento. Credo profondamente nel coraggio dei giovani di combattere per condizioni che non hanno mai conosciuto o sperimentato, ma che percepiscono come giuste e necessarie. Queste due parole—giuste e necessarie—sono fondamentali per guidare un cambiamento reale nella società.

Nel contesto dell’attivismo giovanile e della scena internazionale, è cruciale riconoscere i giovani come attori chiave nella risoluzione dei conflitti e come architetti del futuro che aspirano a costruire: per sé stessi, da sé stessi e per le generazioni future. Questa idea è stata fortemente rafforzata il 29 settembre 2023, il giorno in cui sono arrivata a Rondine Cittadella della Pace. Da quel pomeriggio, ho vissuto più di 258 giorni durante i quali sono rimasta continuamente colpita dal coraggio dei miei coetanei. Giovani provenienti da molte parti del mondo che, come me, credevano nel benessere delle nostre comunità e nella pace nei nostri territori. La campagna Leaders for Peace riflette questo spirito. Non si tratta solo di formare leader; si tratta di costruire una rete globale di giovani che rifiutano le narrazioni di odio e lavorano per un futuro di rispetto ed equità.

Come costruttrice di pace, ho osservato che, nel tempo, i diritti umani sono stati spesso intesi come semplici parole scritte su carta, piuttosto che come ciò che realmente rappresentano: una promessa di dignità. Spesso cadiamo nell’errata convinzione che il cambiamento possa avvenire solo attraverso le istituzioni governative. Tuttavia, questa lotta è anche profondamente personale. Se c’è una cosa che ho imparato come attivista, è che il cambiamento inizia da noi: alzando la voce, sfidando le narrazioni e guidando attraverso azioni concrete. I diritti umani non possono aspettare, e nemmeno noi.

Oggi, mentre celebriamo la Giornata dei Diritti Umani, il messaggio è chiaro: la pace è possibile, ma richiede un cambiamento collettivo guidato dai giovani. La campagna Leaders for Peace ci ricorda che non siamo soli in questo sforzo. Immagina un mondo in cui tutti i giovani abbiano gli strumenti per trasformare i conflitti. Non si tratta solo di parlare di diritti umani; si tratta di viverli, difenderli e renderli il pilastro delle nostre società.


Karen Lee Pacheco Morelo

Internazionalista e attivista colombiana con esperienza in diritti umani, leadership giovanile e costruzione della pace. Ha partecipato al programma Rondine Cittadella della Pace in Italia, sviluppando competenze nella risoluzione dei conflitti, e si è diplomata presso l’Hispanic Youth Leadership Academy (HYLA) negli Stati Uniti, dove ha rafforzato le sue capacità di leadership. Ha lavorato a progetti rivolti ai leader sociali, alle comunità afrodiscendenti e all’educazione inclusiva, collaborando anche con il quotidiano El Espectador. Combina ricerca, gestione e azione sociale per promuovere giustizia ed equità.