Dal 5 novembre al 4 dicembre 2020 l’Associazione Rondine Cittadella della Pace ha realizzato il progetto “Preserving Cultural Heritage” che ha riunito 20 esperti in patrimonio culturale e professioni correlate di età inferiore ai 45 anni provenienti da comunità colpite da conflitti nel Caucaso meridionale per formarli sulle basi della conservazione del patrimonio culturale, anche durante i periodi di conflitto e come parte processo di gestione del conflitto.
Guarda il teaser per scoprire i numeri e gli obiettivi del progetto:
Preserving Cultural Heritage ha promosso un approccio pacifico alla trasformazione del conflitto riunendo in uno spazio virtuale (a causa delle restrizioni di viaggio COVID-19) giovani professionisti da comunità divise per fornire loro competenze accademiche e tecniche di base per intervenire efficacemente per proteggere il patrimonio culturale durante i conflitti e per integrare la protezione del patrimonio culturale nei processi di gestione e recupero dei conflitti. Inoltre, le attività congiunte hanno gettato le basi per la fiducia e la cooperazione tra comunità divise.
Rondine è attiva nella regione del Caucaso sin dalla sua fondazione. Parallelamente ai programmi principali di Rondine, in cui gli studenti che sarebbero “nemici” nei loro paesi d’origine vivono insieme e apprendono la trasformazione dei conflitti, l’organizzazione ha sviluppato diverse iniziative di diplomazia di secondo livello, volte a coinvolgere un gruppo più diversificato di cittadini nel processo di riconciliazione , e anche come supporto ai processi istituzionali e ufficiali. Il Caucaso del Sud è sempre stato al centro di questo lavoro e, guidato dagli studenti di Rondine, l’organizzazione ha promosso diverse iniziative sul territorio, soprattutto all’indomani delle tensioni e nei momenti di rinnovata crisi (come anche nel caso di Preserving Cultural il patrimonio).
Fondamentale è stato il coinvolgimento degli studenti e degli alumni di Rondine in ogni fase del processo: hanno partecipato attivamente alla fase di stesura del progetto e, durante la formazione, hanno agito come facilitatori. Questo è il valore di Rondine e il suo ruolo unico nel trattare con comunità divise: gli studenti Rondine hanno quell’esperienza diretta di riconciliazione e comprensione che li ha portati a interiorizzare il Metodo Rondine. Hanno imparato a lavorare con le relazioni, che è la base per stabilire un dialogo per avviare un processo di riconciliazione.
Inoltre, il patrimonio culturale è un argomento generalmente discusso nei negoziati, data l’importanza che ha per le comunità, per la storia e la memoria delle persone. Attraverso questo progetto, speriamo di supportare i responsabili politici e di contribuire dal basso, coinvolgendo esperti non solo con capacità tecniche ma anche disposti a cercare la collaborazione con l’altra parte e a includere le persone in generale. Il patrimonio culturale è legato all’identità individuale ma appartiene anche a tutta l’umanità.
L’edizione digitale di Preserving Cultural Heritage doveva essere un campus di una settimana in presenza a Rondine, un luogo neutrale in Italia. Tuttavia, come il resto del mondo, ha dovuto affrontare la crisi pandemica globale. Nello spirito del Metodo Rondine, abbiamo trasformato la crisi in un’opportunità e creato un corso online prolungato nel tempo. I partecipanti, professionisti del settore culturale, sono stati scelti attraverso un processo di selezione competitivo che ha tenuto conto della loro capacità di costruire un dialogo con l’altra parte. Nel rimodellare il programma, sono state realizzate numerose sessioni formative per l’edizione digitale che hanno portato a costruire un percorso di formazione di alta qualità mirato a fornire strumenti professionali tangibili e indicazioni concrete sulle migliori pratiche già messe in atto a livello internazionale. Questo ha permesso ai partecipanti di riportare le loro nuove conoscenze alle rispettive comunità, avviando i processi di dialogo.
Tutti i partecipanti selezionati hanno partecipato alle sessioni di formazione online dal Caucaso del Sud. Se da un lato, non hanno potuto beneficiare dell’elemento dell’interazione umana, esperienza fondamentale alla base del Metodo Rondine, tuttavia, la forma digitale ha dimostrato la loro motivazione e determinazione a impegnarsi in attività tecniche per acquisire competenze professionali sul patrimonio culturale. E soprattutto, per la maggior parte dei partecipanti, l’apprendimento a distanza è stata una prima opportunità per entrare in contatto con altre persone del Caucaso meridionale.
Il metodo Rondine di trasformazione dei conflitti è stato una parte centrale della formazione, grazie alle lezioni e alle attività svolte dal team di Rondine e dagli studenti della World House di Rondine. Questa esperienza ha avuto successo e ha aumentato il loro desiderio di sviluppare ulteriormente i contatti tra loro. Molti partecipanti hanno affermato l’intenzione di cercare opportunità future per incontrarsi personalmente.
Di conseguenza, nonostante le sfide del coronavirus, il progetto ha prodotto risultati significativi, non solo in termini di sviluppo professionale ma anche come mezzo per piantare i semi della costruzione del dialogo riscontrata nella volontà dei partecipanti.
Il progetto è stato sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con: Croce Rossa (Comitato Toscana); Università di Firenze; RASHID International (Ricerca, valutazione e salvaguardia del patrimonio dell’Iraq in pericolo, Regno Unito); EAMENA (Endangered Archaeology in the Middle East and North Africa, by the School of Archaeology, Oxford University, UK); CAMNES (Centro Studi sul Mediterraneo Antico e Vicino Oriente a Firenze, Italia); IIMAS (International Institute for Mesopotamian Area Studies a Los Angeles, USA); Associazione MUS.E (Firenze); l’Ufficio UNESCO del Comune di Firenze.
Il progetto è stato documentato attraverso un video reportage: